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Mercenari francesi in Iraq?

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Nicolas Sarkozy è in guerra contro la resistenza irachena? Autorizzando delle « società di sicurezza » francesi a installarsi a Bagdad, ha messo la Francia in una situazione di cui non conosce veramente i rischi. Le « guardie del corpo » francesi che, con la copertura della protezione personale, accolgono ed accompagnano gli uomini d’affari, sono viste dalla popolazione come dei « contractors » – mercenari – allo stesso livello dei dipendenti della quarantina di SMP (Società Militari Private) straniere che seminano il terrore nel paese. E tanto più esse lo sono, dopo gli stupefacenti discorsi di lode tenuti da Boris Boillon, l’ambasciatore di Francia, sulla sicurezza nel paese e le celebrate virtù dell’occupazione americana e del buon governo del regime pro-iraniano…

L’american way of war
Certamente, i « contractors » di Geos, la più grande agenzia di sicurezza privata francese, di Gallice-Security e di Anticip SAS, che si spartiscono le briciole lasciate dalle SMP anglosassoni, non hanno nulla degli assassini ingaggiati dai loro concorrenti, né degli avventurieri reclutati da Bob Denard, il famoso «soldato di fortuna» francese. Geos, creata da Stéphane Gérardin, ex del servizio d’azione della DGSE (Direction Générale de la Sécurité Extérieure), è diretta dal generale Jean Heinrich, ex capo della DRM (Direction du Renseignement Militaire). La società Gallice è diretta da Frédéric Gallois, ex capo del GIGN (Groupe d’Intervention de la Gendarmerie Nationale), ed Anticip da Richard Terzan, ex esperto di « rischi speciali » della Lloyd’s, uno dei leader storici dell’assicurazione.
Tutte si pongono nella prospettiva di una modifica della legge del 14 aprile 2003, relativa alla repressione dell’attività di mercenario.
In effetti, l’Eliseo vuole gradualmente reintrodurre il mercenariato nel diritto francese. Dopo aver vantato l’American way of life, Nicolas Sarkozy tenta di imporre l’American way of war, per riprendere una formula di G.H. Bricet des Vallons, autore di Iraq, terra mercenaria. Gli argomenti avanzati in questi tempi di crisi sono chiaramente di ordine economico, essendo il mercato del mercenariato stimato a 100 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni: « Non bisogna lasciare questi vantaggiosi contratti agli altri paesi », « Il budget della Difesa sarebbe meglio impiegato » e « Ciò permetterebbe di riclassificare i miliari in fine carriera…di ridurre la disoccupazione »…Non essendo, pare, la decisione di esternalizzare delle attività militari combattenti che solo una questione di tempo, la società parigina Vitruve DS, diretta da Didier Raoul, ex comandante delle forze speciali, ha richiesto la privatizzazione dell’ Ecole des Troupes Aéroportées de Pau (Scuola delle Truppe Aviotrasportate di Pau, ETAP), proposta giudicata « inammissibile », che mette in pericolo « le funzioni sovrane dello Stato », da Martin Lignières-Cassou, deputato socialista del Béarn, membro della commissione Difesa Nazionale.
In attesa di un’eventuale modifica della legislazione in materia di mercenariato, la Francia chiude gli occhi sulla presenza di ex militari francesi nelle SMP anglosassoni. Franck Hugo, mercenario in Iraq nel 2003-2004, ex legionario che ha partecipato al tentativo di colpo di stato di Bob Denard alle Comores nel 1995, avrebbe negoziato, in accordo con l’antenna DGSE a Bagdad, la liberazione di Christian Chesnot e Georges Malbrunot rapiti dall’esercito islamico in Iraq. Due SMP statunitensi, EHC (Earthwind Holding Corporation) di Bruno Trinquier e Eagle Black Group sempre diretta da un francese, reclutano dei « contractors » francesi, così come l’australiana Unity Resources Group, con sede a Dubai, responsabile di 38 colpi sui civili iracheni…tutti giustificati, ovviamente. La giustizia australiana li rimprovera solamente di aver ucciso tre diplomatici australiani che viaggiavano troppo vicini ad un dei suoi convogli.
Infine, Philippe Legorjus, ex comandante del GIGN, capo di Atlantic Intelligence, ha creato una filiale con Stirling Group britannica per accedere al mercato della « gestione dei rischi internazionali », senza infrangere la legge del 2003.

Sahwa e contractors: stessa lotta
Secondo Anticip, la protezione in Iraq fattura 6000 dollari al giorno, e di più se vengono effettuati degli spostamenti all’interno del paese. Per i momento, nessun uomo d’affari è stato vittima di attentati o di attacchi, ed è tanto meglio. Ma che cosa accadrà quando Al-Qaida metterà in pratica le sue minacce in Mesopotamia? L’ultimo 25 marzo, il Fronte per la Jihad, la Liberazione e la Salvezza Nazionale (JLNSF), di Izzat Ibrahim al-Douri, ha avvertito le imprese straniere in quanto « obiettivi legittimi » per la resistenza, considerandole delle forze di occupazione.
Cosa pensare dell’insensato rischio preso dalla società Gallice che si è unita allo sceicco della milizia tribale Sahwa di Abu Rish, uno dei peggiori complici della CIA, per assicurare la protezione del ministero iracheno degli affari esteri? La firma del primo contratto statale concesso ad’impresa francese di sicurezza – 500000 dollari – dipende certamente di più dal desiderio del ministro curdo Hoshyar Zebari di fare un favore al suo vecchio amico Bernard Kouchner, che alle riconosciute capacità di questa società. Cosa succederà il giorno in cui delle « guardie del corpo » francesi sfodereranno le loro armi per proteggere una delegazione o per sfuggire ad un’imboscata? Non sarà più quindi una questione di missione difensiva, ma di guerra aperta con tutte le conseguenze del caso.
Ecco verso cosa conduce la politica mercantile, e di corta vista, di Nicolas Sarkozy in Iraq.
La legalizzazione delle SMP francesi, con le loro inevitabili « sbavature », infangherà ancora di più l’immagine che la Francia ha attualmente all’estero.

(traduzione di Matteo Sardini)


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